Altri scenari. Verso il distretto dell’economia sociale

Il volume collettaneo, curato da Alberto Merler, offre al lettore un’alternativa agli scenari economici e sociali propri del paradigma capitalista. Partendo dalla presentazione del progetto “Altri scenari”, gli autori dei diversi contributi evidenziano le caratteristiche salienti di un “Distretto dell’Economia Sociale” e spiegano perché sia necessario progettare un nuovo modello di sviluppo capace di mettere al centro le persone e il loro capitale relazionale.

La particolarità e la drammaticità degli eventi che hanno sconvolto gli assetti economici e finanziari delle principali democrazie occidentali, stanno portando alla ribalta un filone di studi che ha conosciuto uno sviluppo parallelo – ma meno altisonante – rispetto all’apologia del capitalismo, volto ad individuare percorsi di crescita alternativi ad un’organizzazione della società basata sul binomio produzione-consumo. Si inseriscono in tale campo d’indagine le ricerche sull’economia civile e sull’economia sociale, che considerano il benessere della collettività prioritario rispetto al raggiungimento della massima utilità per il singolo, contribuendo alla costruzione di un modello di sviluppo in cui gli individui risultano essere più importanti del capitale.
Muovendo dagli assunti di base dell’economia sociale, il progetto “Altri scenari” – che dà il titolo al volume curato da Alberto Merler, professore ordinario di Sociologia presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Sassari – giunge all’elaborazione di un documento programmatico che delinea le principali linee d’azione che è necessario intraprendere per realizzare ciò che nel volume viene denominato “Distretto dell’Economia Sociale”.
L’iniziativa “Altri Scenari”, di cui l’omonima raccolta di saggi rappresenta una esaustiva descrizione, è stata finanziata dal Ministero del lavoro e dall’Assessorato al lavoro della Regione Sardegna; gestita da un insieme di imprese sociali, ha avuto il merito di generare nel corso di un biennio una cascata di effetti e interventi, che spaziano dall’organizzazione di percorsi formativi, lezioni magistrali, seminari residenziali alla realizzazione di una fiera regionale dell’economia sociale, alla predisposizione di attività di ricerca sulle prospettive di sviluppo dell’imprenditoria sociale.
La costituzione di un “Distretto dell’Economia Sociale”, al contrario di quanto solitamente accade per la nascita di un distretto produttivo tradizionale, non ruota intorno ad un prodotto specifico e al suo indotto sul territorio, ma fonda la propria esistenza su una diversa tipologia di risorse, costituita dal capitale relazionale di una comunità e dalla sua cultura tacita e condivisa. Fine ultimo di un “Distretto dell’Economia Sociale” è quello di stimolare la partecipazione attiva della cittadinanza e di incrementare il grado di responsabilità civica, valorizzando le relazioni sociali quali strumento e oggetto dello stesso processo economico. All’interno di un “Distretto dell’Economia Sociale” la valorizzazione del territorio e lo sviluppo locale divengono raggiungibili attraverso il “lavoro sociale”, ossia attraverso un lavoro che “si configura come azione per migliorare il benessere e la qualità della vita di una comunità locale, valorizzandone la partecipazione attiva alle decisioni”, e concentrando i propri sforzi sulle azioni che hanno un impatto positivo sulla produzione di beni relazionali e sulla creazione di legami tra le persone.
Come messo in evidenza da Stefano Zamagni nella prefazione al volume, la prospettiva illustrata dagli autori dei diversi contributi offre ai cittadini-consumatori un modo innovativo di interpretare la realtà, dando loro la libertà di poter scegliere un futuro diverso.

Altri scenari
Verso il distretto dell’economia sociale
A cura di Alberto Merler
FrancoAngeli, 2011
Euro 13,50