Città nella rete globale. Competitività e disuguaglianze in sei città europee costituisce il Terzo Rapporto su Milano Sociale realizzato dal Laboratorio di Politica Sociale del Politecnico di Milano per conto della Camera di Commercio Industria, Artigianato e Agricoltura di Milano.
Il volume, curato da Costanzo Ranci, professore di Sociologia economica, rappresenta una complessa ed articolata raccolta di materiali relativi all’evoluzione delle grandi città globali europee del nostro secolo.
Secondo gli autori ciò che determina la crescita e la trasformazione del modello di città, in particolare nell’Europa occidentale, è il rapporto dialettico che si crea tra sviluppo economico e coesione sociale. Tale equilibrio, messo in crisi solo a partire dagli anni Novanta, ha potuto mantenersi stabile grazie ad una serie di elementi: la dimensione medio – piccola delle città europee, rispetto alle megalopoli dell’Asia e delle Americhe; la crescita graduale e costante della popolazione, resa possibile da un basso tasso di immigrazione; la forte identità, che ha contribuito a creare sistemi sociali stabili. A tutto ciò si è aggiunto, dal punto di vista politico ed economico, una forte presenza della classe media all’interno delle Istituzioni, che ha saputo mitigare le disparità tra le classi sociali, e un livello di protezione elevato garantito dei governi nazionali, che ha consentito di controllare il tasso di povertà e disoccupazione.
L’ultimo decennio del secolo scorso ha però rappresentato un punto di svolta. La nascita di un modello di città globale ha accentuato le disparità, introducendo nuove logiche e nuovi parametri di competitività: la mobilità, l’accessibilità, da disponibilità di know how, la capacità di fare rete, l’innovazione tecnologica, la qualità del management.
Il ridimensionamento dei contributi statali e il diffondersi delle logiche di globalizzazione hanno generato nuovi bisogni sociali e hanno messo le città l’una contro l’altra nel cercare di accaparrarsi le risorse primarie alla propria sopravvivenza. Questa trasformazione è all’origine delle tensioni sociali successive e dello sfaldamento in atto del tessuto sociale e connettivo.
La città, divenuta piattaforma logistica e sociale, si è caratterizza per attività economiche sempre più mobili. Si è accentua la disparità tra luoghi globali e luoghi di scarto, tra centro e periferia dove il mercato immobiliare ha spinto i flussi di popolazione più deboli e le sacche di immigrazione. L’arrivo di stranieri ha generato da un lato competitività dal basso, ma dall’altro ha imposto nuove norme di convivenza ed integrazione.
Tali cause di trasformazione della città offrono agli autori i parametri per valutare e mettere a confronto sei realtà europee, ciascuna di esse caratterizzata da una sua vocazione storica e da un approccio metodologico diverso al cambiamento: Manchester, improntata ai valori del liberalismo e del welfare; Copenaghen, caratterizzata dalla sua apertura internazionale; Lione e Monaco, segnate da una vocazione ancora industriale; Barcellona, incentrata sulla cultura e sulla qualità della vita; ed infine Milano, segnata dall’accrescimento del suo capitale finanziario e dal forte potenziamento produttivo della sua regione.
Obiettivo dichiarato dell’analisi non è dunque raccontare le città, ma analizzarla nella convinzione “[…] che conoscere la dinamica delle cose sia meglio che non conoscerla. E che un bisogno di comprensione e di riflessione sia utile a fare del futuro delle nostre città un oggetto di scelta e di decisione collettiva, e non un semplice effetto secondario di logiche decise altrove, nello spazio dell’incontrollabile.”
Città nella rete globale.
Competitività e disuguaglianze in sei città europee.
A cura di Costanzo Ranci
Bruno Mondadori, 2010
Euro 19,00