Un oggetto complesso quanto sfaccettato, quello della “città pubblica”, che si traduce in tutti quegli interventi di edilizia sociale intesi a soddisfare le esigenze abitative dei gruppi sociali più svantaggiati. La “città pubblica” svolge anche il ruolo di “laboratorio di progettualità”, ovvero, una forma urbana che accoglie molteplici modalità di intervento su spazi e processi, diverse rispetto al contesto di riferimento e difficilmente riconducibili secondo rappresentazioni aggreganti che seguano un percorso lineare.
Elementi questi che hanno orientato il programma di ricerca di interesse nazionale avviato nel 2006 dall’emblematico titolo La “città pubblica” come laboratorio di progettualità. La produzione di linee guida per la riqualificazione sostenibile delle periferie urbane. Tra gli esiti dello studio, finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca, troviamo proprio questo volume, che è espressione delle riflessioni di un nutrito gruppo di ricercatori provenienti da atenei italiani differenti, quali l’Università di Napoli “Federico II”, l’Università di Palermo, l’Università “La Sapienza” di Roma, l’Università di Trieste e i Politecnici di Bari e di Milano.
Punto di partenza dei percorsi di riflessione: la multidimensionalità del progetto per la città contemporanea, che presuppone una pluralità di approcci secondo le molteplici idee di spazio abitabile, aprendo la ricerca anche a nuovi “sguardi”, frutto della riflessione non solo di architetti ed urbanisti, ma anche di geografi, sociologi, paesaggisti, tecnologi, artisti, fotografi, film maker e anche, e soprattutto, gli abitanti stessi dei quartieri analizzati.
Il testo è scandito in sezioni diverse, che fanno riferimento ai diversi orizzonti interpretativi che costituiscono un progetto di riqualificazione sociale e spaziale della città pubblica.
Nelle pagine iniziali si suggeriscono quindi alcuni orientamenti tesi a “rieducare” lo sguardo interpretativo dei soggetti coinvolti a vario titolo nel progetto, sia rispetto alle modalità di percezione, sia nei confronti degli strumenti di rappresentazione e delle categorie interpretative e progettuali. In altre parole, la città pubblica contemporanea non è più solo periferia: è mutata la sua localizzazione rispetto a un “centro”, ricollocandosi in un contesto ricco di opportunità e inedite connessioni spaziali e funzionali. Non è più solo pubblica perché è mutato nel tempo l’assetto proprietario dei quartieri, attribuendo a un numero sempre più ampio di soggetti (istituzioni pubbliche, inquilini e proprietari privati) i compiti di gestire e condividere fabbricati, parti comuni e lotti. Inoltre, essa non è più solo residenziale, dato l’elevato grado di flessibilità funzionale degli spazi esterni, aperti ad usi e pratiche innovativi.
Il progetto di riqualificazione dovrà quindi tenere in considerazione questi importanti aspetti, che propongono un’interpretazione della città pubblica come risorsa per la città contemporanea, un patrimonio del moderno in cui andranno individuati azioni e processi secondo i contesti specifici, assieme alle risorse, materiali e immateriali, da valorizzare e gli ambiti da progettare. A tal fine, il processo di riqualificazione dovrà agire secondo livelli e strumenti differenti, che tengano conto degli attori e dei rispettivi interessi, nell’ottica di stabilire significative sinergie tra spazi e politiche, a seconda degli specifici contesti locali.
Tale visione è proposta anche nella sezione successiva denominata Atlante, il cui oggetto di riflessione sono le rappresentazioni di alcune dimensioni ritenute rilevanti per la comprensione delle forme attuali della città pubblica, come la sua consistenza, il suo assetto fisico e i rapporti con gli elementi infrastrutturali e ambientali del sistema urbano. Otto sono le città indagate, nella prospettiva di elaborare una sorta di confronto volto a far emergere situazioni ricorrenti e differenze e a definire, in generale, un esaustivo progetto di riqualificazione della città pubblica.
Particolarmente calzante risulta la metafora sanitaria proposta all’interno del testo, che propone un progetto urbano di città pubblica attraverso azioni estremamente “invasive”, che rispondono ad un approccio di tipo “chirurgico”, la cui ambizione è quella di immettere “staminali urbane” di qualità nel tessuto da risanare, in connessione con le cellule esistenti, generando una nuova città con uno specifico Dna identitario.
Città pubbliche
Linee guida per la riqualificazione urbana
Laboratorio Città Pubblica
Bruno Mondadori Editore, Milano, 2010
Euro 28