Restituire una misura della qualità della vita, riscontrabile all’interno di una nazione, è un’operazione che presenta molteplici insidie a causa della complessità dei fattori che entrano in gioco nella predisposizione di quegli strumenti definiti “modelli di sviluppo”.
Con l’intento di offrire un indice che fosse facilmente calcolabile e allo stesso tempo comparabile a livello mondiale, a partire dal secolo scorso ha fatto il suo ingresso nelle teorie economiche l’approccio del Pil, che da allora è diventato il metodo maggiormente utilizzato per valutare lo stato di salute dell’economia e della società di intere popolazioni.
Anche se pratico da usare il Pil presenta numerosi limiti in quanto è stato ampiamente dimostrato che un aumento delle entrate economiche non corrisponde ad un miglioramento delle condizioni di vita per tutti gli abitanti di una nazione; inoltre tale approccio produce delle distorsioni anche nei paesi più ricchi dove si registrano notevoli disparità tra le fasce medio-alte e la porzione più povera della popolazione.
Martha C. Nussbaum è tra coloro che insieme a economisti del calibro di Amartya Sen hanno dato vita a un movimento culturale che si pone quale principale obiettivo quello di riuscire a elaborare un approccio alternativo al Pil, assegnando la giusta importanza alle numerose e differenti variabili che concorrono alla composizione della qualità della vita presente in una nazione.
Attraverso la Human Development and Capability Association (Hdca), Martha C. Nussbaum – e gli altri studiosi e ricercatori che ne condividono gli intenti e gli assunti di base – intende richiamare l’attenzione sull’esistenza di un nuovo paradigma teorico per il mondo della politica e dello sviluppo, noto come “approccio della/delle capacità”.
A partire dalla soppressione della distinzione tra paesi economicamente sviluppati e paesi in via di sviluppo, in quanto dal punto di vista dell’approccio delle capacità tutte le nazioni sono in via di sviluppo in quanto ciascuna di esse dispone di margini di miglioramento della qualità della vita di tutta la popolazione, il modello illustrato da Martha C. Nussbaum nel volume “Creare capacità” si basa su un interrogativo fondamentale: “che cosa può fare ed essere ciascuna persona?”. La teoria illustrata considera gli individui come fini e si chiede quali sono le opportunità disponibili per ogni singolo individuo all’interno di una nazione.
Martha C. Nussbaum definisce le capacità come “un insieme di opportunità di scegliere e agire” e invita a riflettere sul fatto che scelte efficaci di politica pubblica possono influire su tutti gli aspetti della vita di un individuo. Uno Stato che presenta un elevato valore del Pil pro-capite medio, ma che non riesce ad assicurare l’accesso all’istruzione a tutte le fasce della popolazione o che discrimina i propri cittadini in base alla religione, al sesso, alla provenienza geografica, è uno Stato dove la qualità della vita non è garantita.
Superando l’impostazione teorica di Amartya Sen, Martha C. Nussbaum distingue tra “capacità interne” e “capacità combinate”, dove le prime indicano le caratteristiche e le abilità acquisite e sviluppate attraverso l’interazione con l’ambiente economico, sociale, familiare e politico circostante; mentre le seconde sono date dalla somma delle capacità interne e dalle condizioni socio-politiche-economiche in cui tali capacità possono essere effettivamente esercitate. In quest’ottica, non dovrebbe essere possibile immaginare una società che produca capacità combinate senza produrre capacità interne, ma nella realtà gli esempi abbondano.
Ri-pensare l’approccio alla giustizia sociale di base è una delle priorità che l’autrice chiede alla società internazionale, in quanto “il nostro mondo esige un pensiero più critico e una discussione più rispettosa”, capaci di liberarci dalla dittatura del Pil.
Creare capacità
Liberarsi dalla dittatura del Pil
Martha C. Nussbaum
il Mulino, 2012
Euro 15,00