Da tempo si assiste nel nostro Paese all’uso e (all’abuso) dell’accostamento del termine cultura a quello di sviluppo e non coerenti appaiono spesso le linee di intervento nazionale e locale che dovrebbero tradurre in politiche attive e virtuose tale binomio.
E’ così che in tempi di crisi (che c’è per davvero) si ripropone il balletto, quello di cifre e polemiche sui tagli fatti con la scure per risparmiare ove possibile sulla spesa pubblica, colpendo, ovviamente, in primo luogo la cultura, intesa come costo piuttosto che come risorsa, senza produrre, però, un serio e documentato dibattito sui differenti e ampi valori economici che gli investimenti in cultura possono produrre.
Un piccolo contributo in tal senso è proposto in questo numero della rivista, in cui vengono presentati gli esempi, già noti in letteratura, sull’azione comunitaria “Capitale Europea della Cultura” e un’iniziativa, intrapresa recentemente dalla Regione Puglia, in tema di Sistema Ambientale e Culturale (SAC).
Nel primo caso, con l’intervento di Riccardo Della Torre, oltre ad un quadro riassuntivo sulle modalità di svolgimento del Programma, vengono ricordati i tre casi esteri virtuosi di Glasgow, Linz e Liverpool, città per le quali l’adesione a tale programma e le iniziative intraprese hanno portato impatti significativi e duraturi sulle economie locali, intesi, in primo luogo come un miglioramento della qualità della vita in realtà in declino o già degradate. L’esempio italiano più vicino cronologicamente è quello di Genova del 2004 e duole constatare che non siano stati prodotti studi approfonditi sugli impatti di questa iniziativa, né che la città abbia capitalizzato l’investimento in risorse umane e strumentali, realizzato in tale occasione. Perché? Qualcuno sarà chiamato a rispondere di questo? Non crediamo, perché nel nostro Paese non esistono mai responsabilità chiare e definite né accade che i responsabili di sperpero di denaro pubblico (qualora individuati) siano effettivamente e concretamente perseguiti, tanto più se questo accade nel settore culturale.
Nel secondo esempio, a firma di Gianfranco Ciola e Filomena Tanzarella, veniamo informati dell’approccio seguito dalla Regione Puglia nell’impostare un sistema virtuoso di incontro tra operatori del mondo agricolo, dell’allevamento ittico biologico, del turismo sostenibile (treno + bici) e del patrimonio culturale nel territorio Brindisino, senza evocare, fortunatamente, la non chiara (e abusata) nozione di “distretto culturale”. Quanto descritto appare ben concepito e siamo interessati ad ospitare prossimamente sulla Rivista una secondo contributo sul medesimo argomento, in cui vengono fornite le cifre dell’impegno pubblico e privato su tale iniziativa e i dati sullo svolgimento operativo di quanto proposto.
Quanto si sta realizzando in questa regione va, infatti, nel senso dell’unica strada percorribile se si vuole veramente mettere a reddito il patrimonio nazionale (ben lungi dall’infausto accostamento con i “giacimenti” del combustibile fossile) e si auspica che nel programma avviato siano previste risorse dedicate alla raccolta di elementi di monitoraggio e valutazione delle azioni realizzate.
In questo senso Tafter Journal intende proporsi come un piccolo osservatorio di casi virtuosi e replicabili di valorizzazione dei beni comuni, intesi nella più ampia accezione della sedimentazione di culture e civiltà su di un territorio come quello italiano paesaggisticamente unico e suggestivo, risorsa non delocalizzabile di cui debbono profittare in primo luogo i cittadini italiani, per poterla proporre con saggezza, intelligenza e passione ai cittadini del mondo.
Beyond GDP: The Role of Culture in Development | Cultura e sviluppo, provare per credere
In Italy, the coupling of culture and development has been a recurring theme, often leading to inconsistent and ineffective policies. Despite the ongoing crisis, there has been little serious discussion about the economic benefits of investing in culture. Instead, cultural initiatives are frequently seen as expendable, leading to cuts in public funding.