Domare gli dei. Religione e democrazia in tre continenti

Ian Buruma costruisce un percorso di indagine teorica sul rapporto tra autorità politica e autorità religiosa e su come questo influenzi il nascere e il perdurare di una democrazia. Il testo contestualizza il tema in Europa, Stati Uniti, Cina e Giappone, raggiungendo una certa profondità storica nella problematizzazione della questione, grazie anche alla molteplicità di riferimenti filosofici e letterari che si rivelano molto attuali.

L’Europa e gli Stati Uniti hanno dimostrato nei secoli di avere un modo molto diverso di vivere la religione, sia rispetto alle usanze sociali ad essa connesse che nella propria sfera privata.
Il culto, la tradizione morale e l’etica finiscono, pertanto, per assumere un ruolo molto diverso in tali contesti, sia rispetto alla funzione di collante della società che rispetto all’interazione con la vita politica.
Le differenze si fanno ancora più grandi, almeno all’apparenza, se si prendono in considerazione paesi come la Cina e il Giappone, paradossalmente portati come frequente esempio di un razionalismo “più sano”, almeno fino a qualche secolo fa.
Il nodo della questione non è nemmeno tanto la credenza profonda che può essere radicata nell’animo di una persona o di un popolo che, in ogni caso, influenza sicuramente le sorti di una nazione, ma come le autorità religiose che sono l’interfaccia materiale e fenomenica di questi pensieri, si relazionano e rapportano con le autorità politiche.
L’obiettivo del libro di Buruma è di indagare come le tensioni tra i due tipi di autorità abbiano condizionato lo sviluppo e la vita delle democrazie nelle diverse culture.
L’autore persegue tale intendimento articolando il proprio lavoro in tre parti, la prima dedicata ai rapporti tra Chiesa e Stato in Europa e Usa, là dove la seconda si concentra sul ruolo dell’autorità religiosa in Cina e Giappone e la terza sulle sfide dell’Islam nell’Europa contemporanea.
La scelta dei Paesi presi come parametri di ragionamento si rivela non casuale sia dal punto di vista pratico che teorico.
Nel primo senso la scelta è stata indirizzata dalla forte conoscenza che Ian Buruma, saggista, giornalista e accademico olandese, ha del Giappone e della Cina, su cui ha anche scritto altri saggi, e dalla conoscenza più diretta e di vita che ha, ovviamente, del mondo occidentale.
Nel secondo senso il contrasto ravvicinante tra due culture così diverse, ma con insospettati punti di contatto nel pensiero e nelle prassi, si rivela un’interessante cartina di tornasole per mettere in risalto le criticità del pensiero e gli stereotipi culturali e politici più ricorrenti.
In tutto il libro sono frequenti i riferimenti a molti filosofi e pensatori (De Tocqueville, Hume, Locke, Spinoza, Voltaire, Confucio) ma anche ad altre figure storiche o letterarie, portate come vividi esempi, reali o di fantasia, di quanto esplicato in chiave teorica.
I riferimenti sono spesso chiari e talvolta spiegati e approfonditi, ma più di frequente sono lasciati come tracce di pensiero lungo il percorso di indagine seguito dall’autore e richiedono al lettore o un’ottima preparazione di base o, quantomeno, una certa propensione a sopperire alle proprie lacune con l’ausilio di qualche lettura di approfondimento.
Più che trovare realmente delle risposte vengono poste numerose domande ed evidenziate, in chiave storica ma anche analitica, alcune problematiche fortemente attuali, dando spazio e linfa al dubbio che, forse, la soluzione di molti dilemmi non risieda in architetture di pensiero futuristiche o in un’ardita ingegneria sociale, quanto in una ragionata e critica conoscenza della storia propria ed altrui.

Domare gli dei
Religione e democrazie in tre continenti
Ian Buruma
Editori Laterza (Anticorpi) 2011
Euro 15,00