Il volume “Fondazioni bancarie: una grande riforma da consolidare” nasce da una ricerca promossa dalla fondazione Cariplo, per sollecitare una riflessione, a più di venti anni dalla nascita delle fondazioni di origine bancaria, sui loro fondamenti giuridici, e per individuare e segnalare i limiti normativi e gli istituti che ne ostacolano l’autonomia come enti privati con finalità sociali.
Giorgio Pastori e Gustavo Zagrebelsky, entrambi docenti universitari, rispettivamente di diritto amministrativo e di diritto costituzionale, sono gli autorevoli curatori della raccolta di saggi, che illustra l’evoluzione legislativa e giurisprudenziale delle fondazioni bancarie, accompagnando la disamina con un’analisi del crescente rilievo sociale dell’istituto, in modo da far emergere la natura controversa di questo particolare fenomeno, “a cavallo” tra pubblico e privato.
Il principale nodo concettuale attorno a cui si articolano gli interventi degli studiosi è ovviamente la controversa natura giuridica e l’ambiguità della collocazione data negli anni alle fondazioni bancarie, unanimemente percepite come soggetti di diritto privato che operano in ambito pubblico, ma con difficoltà di regolamentazione e operatività nel reale.
Fil rouge della trattazione è il principio di sussidiarietà, non tanto perché individuato dalle celebri sentenze (n. 300 e 301) del 2003 della Corte Costituzionale, quanto piuttosto perché reso esplicito dall’evidenza che le fondazioni di origine bancaria concretizzino un welfare locale sussidiario e comunitario indispensabile e insostituibile, in quanto operano un ruolo complementare di sostegno allo sviluppo del territorio con azioni innovative di pubblica utilità, confermandosi come fiore all’occhiello del Terzo Settore, data la consistenza patrimoniale di cui sono dotate.
Il bilancio sul significato dell’istituzione in questione parte dalle origini per gettare una luce sulle criticità del fenomeno: il volume affronta il tema delle “progenitrici” Casse di Risparmio, questione che è poi alla base degli attuali dubbi sulla reale autonomia delle fondazioni bancarie, contrapposta alla dipendenza dalle banche conferitarie, denunciata dall’affiancamento alle stesse soprattutto in occasione di eventi oscuri connessi a crisi finanziarie e al mercato in generale, tanto da portare alcuni a sbandierare il broccardo “pecunia regit mundi”.
E tuttavia le pressioni sulle fondazioni (di origine bancaria) non vengono solo dal mercato, ma il loro spazio di autonomia sembra venir spesso compromesso anche da istanze politiche.
Sono questi i due punti su cui il professor Zagrebelsky, nel capitolo conclusivo del volume, intende catalizzare l’attenzione, per sollevare una riflessione circa l’opportunità di una riforma, legislativa in primis, che consenta alle fondazioni bancarie di realizzare appieno il principio di sussidiarietà sancito dall’art. 118, traducendosi in quella forma di pluralismo sociale svincolato da controlli e coordinamenti alieni capace di realizzare la responsabilità sociale necessaria ad affiancare l’azione governativa in tempi di crisi e di tagli pubblici.
Fondazioni bancarie: una grande riforma da consolidare
Giorgio Pastori e Gustavo Zagrebelsky (a cura di )
Editore Il Mulino, 2011
Euro 21,00