Il management del simbolico come fattore di sviluppo. Le politiche per la cultura nella Provincia Autonoma di Trento

Il seminario “Management dell’arte e della cultura. Nuove vie per valorizzare l’autonomia del simbolico come fattore di sviluppo” organizzato da tsm – Trentino School of Management in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura della Provincia autonoma di Trento, svoltosi nell’estate 2011, ha costituito la premessa e l’occasione d’incontro tra le professionalità chiamate a redigere i saggi contenuti all’interno del volume “Il Management del simbolico come fattore di sviluppo. Le politiche per la cultura nella Provincia Autonoma di Trento”, curato da Claudio Martinelli, Responsabile del Servizio Attività Culturali della Provincia autonoma di Trento.

Il seminario “Management dell’arte e della cultura. Nuove vie per valorizzare l’autonomia del simbolico come fattore di sviluppo” organizzato da tsm – Trentino School of Management in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura della Provincia autonoma di Trento, svoltosi nell’estate 2011, ha costituito la premessa e l’occasione d’incontro tra le professionalità chiamate a redigere i saggi contenuti all’interno del volume “Il Management del simbolico come fattore di sviluppo. Le politiche per la cultura nella Provincia Autonoma di Trento”, curato da Claudio Martinelli, Responsabile del Servizio Attività Culturali della Provincia autonoma di Trento.

 

Il curatore della raccolta, oltre a rappresentare la parte pubblica all’interno del dibattito scaturito intorno all’importanza del management per la gestione di istituzioni culturali, sostanzia la nuova visione della pubblica amministrazione per lo sviluppo del territorio, avendo negli anni maturato un’importante esperienza in tema di progettazione e gestione delle politiche pubbliche culturali.

 

Numerose le personalità coinvolte nel dibattito sul  valore dell’arte e della cultura per la società. Franco Panizza, Assessore alla Cultura della Provincia autonoma di Trento, introduce la discussione presentando la cornice all’interno della quale si inseriscono i contributi dei vari relatori, attraverso una premessa che illustra le principali tematiche affrontate nel volume.

 

Un primo approccio propriamente teorico è affidato agli interventi di Pier Luigi Sacco, professore di Economia della cultura presso l’Università di Lingue e Comunicazione di Milano (IULM), Facoltà di Arte, Mercati e Patrimonio, e Ugo Morelli, docente di Psicologia del Lavoro e dell’Organizzazione, e direttore del Master in Arte e Cultura di tsm- Trentino School of Management. Molteplici gli spunti di riflessione che emergono dai due interventi.

 

Dall’analisi del quadro, tanto Europeo che nazionale e locale, nel quale si inseriscono le politiche culturali per il decisivo periodo di programmazione 2014-2020, emerge il grande deficit dell’Italia come Paese concentrato sostanzialmente sulla conservazione, quando invece la competitività dei territori si gioca ormai sulla capacità di costruire una strategia di produzione culturale creativa, rientrando la creatività tra i macro settori industriali con maggiori prospettive di crescita.

 

Di qui, la necessità di porre l’accento sulle relazioni che la cultura innesca con i vari aspetti della società, a partire dal welfare, per arrivare, attraverso l’aumento della coesione sociale e il rafforzamento dell’identità locale, e l’innovazione, ad un aumento della competitività dei territori, capaci di attrarre sempre più risorse e talenti dall’esterno. La cultura pertanto necessita di essere percepita come un fattore di sviluppo a 360°, dalla formazione, alla ricerca, alla solidarietà sociale fino a toccare ambiti quali la tutela dell’ambiente e l’economia. Quest’ultima relazione presuppone un ripensamento delle tecniche manageriali applicabili alla produzione culturale, per una progettazione attiva che tenga conto delle specificità del settore, dovute alle logiche che lo regolano, e dell’impossibilità di standardizzare l’oggetto stesso della gestione, il simbolico e l’immateriale, che per sua definizione, non è riproducibile.

 

A conclusione di questa prima parte concettuale, l’intervento di Claudio Martinelli in rappresentanza della parte pubblica. L’impostazione del discorso getta le basi per un nuovo modello di amministrazione pubblica, che non rivesta più solamente il ruolo di soggetto regolatore dei sistemi di direzione dei processi culturali, ma diventi vero e proprio attore capace di incentivarli e svilupparli.

 

Gli interventi di Maurizio Zeni, Presidente Coordinamento Teatrale Trentino, e Andrea Viliani, direttore della Fondazione Galleria civica, Centro di Ricerca sulla contemporaneità di Trento, offrono la necessaria prospettiva operativa, frutto dell’esperienza professionale dei due relatori sul territorio.  La riflessione è centrata sulle prospettive dell’industria culturale nella Provincia autonoma di Trento, a supporto di quanto sostenuto da Martinelli rispetto all’importanza di un ripensamento di metodo della burocrazia pubblica.

 

La seconda parte del volume approfondisce quanto emerso dall’impostazione generale attraverso le riflessioni di Michele Lanzinger, direttore del Museo delle Scienze di Trento, sul management dei musei.

 

Il volume rappresenta un contributo interessante al controverso dibattito sul management culturale, offrendo una sintesi critica dei principali obiettivi, criteri, valori e temi da approfondire per la costruzione di un nuovo sistema di gestione per la produzione culturale, e di un rinnovato sistema politico che sappia riappropriarsi di quella funzione strategica e di visione che in fondo rappresenta la sua principale caratteristica.

 

Il management del simbolico come fattore di sviluppo
Le politiche per la cultura nella Provincia Autonoma di Trento
(a cura di) Claudio Martinelli
Franco Angeli, 2012
Euro 16,00