Il valore del museo

Dopo un’analisi relativa a diversi modelli di rendicontazione, il libro propone il modello del valore, che si pone nella “terra di mezzo” degli approcci alla gestione del museo attualmente utilizzati. L’istituzione museale è analizzata attraverso tre lenti: standard per il funzionamento del museo, indicatore del VAC-valore culturale aggiunto- e Intangibili.

Irene Sanesi, dottore commercialista e consulente in materia di gestione e fiscalità della cultura, propone in questo volume, edito dalla Franco Angeli, modelli di trasparenza per l’accountability museale.

 

Il presupposto, da cui si parte l’autrice, è un’angolatura diversa nell’osservazione del museo quale sistema di relazioni, tra contenitore, contenuto e pubblico, che da stazione di transito diventa nodo di una rete; un museo, dunque, extra muros che sia radicato e dialoghi con la realtà territoriale e la sua comunità.

 

Il volume si articola in tre macro sezioni: la prima sull’accountability museale con una sintetica analisi dei sistemi di rendicontazione già in uso, soprattutto nei paesi anglosassoni, quali il bilancio sociale, di missione o Balanced Scorecard. La seconda, che è la più consistente e innovativa, dopo un’analisi del museo quale organizzazione complessa in tutte le sue parti, formula una nuova proposta di bilancio museale ottenuta mettendo a sistema i Criteri tecnico-scientifici e gli Standard per il funzionamento dei musei, gli indicatori del VAC (Valore Aggiunto Culturale) e gli Intangibili. La terza presenta un esempio pratico di applicazione del modello del valore, avviato dalla Fondazione Museo del tessuto di Prato nel 2012.

 

Il VAC, Valore Aggiunto Culturale, presentato da Zamagni per non “giudicare un istituto culturale solamente sulla base di indicatori di efficienza”, è descritto analizzando i suoi parametri (reputazione, fattore d’impatto culturale, varietà delle proposte culturali, effetto moltiplicatore dello sviluppo locale ed efficacia ed efficienza dei prodotti generati), alcuni dei quali sono collegati agli Standard nell’ambito dei rapporti con il territorio e con il pubblico e, quindi, relativi all’immagine di un museo che comunica con l’esterno, che trasmette le proprie conoscenze e la varietà delle proposte culturali elaborate.

 

Interessante è la sezione dedicata agli intangibili, che seppur rappresentino caratteri intrinseci del museo dal momento che l’esperienza museale ha di per sé un alto contenuto di immaterialità, sono assenti dal Codice Urbani dove non vi è alcun riferimento specifico ai beni immateriali.

 

L’importanza della misurazione degli intangibili rientra nell’ottica di considerare il museo in una visione olistica, sia nei parametri più ordinari (o che almeno dovrebbero esserlo) di posizionamento strategico e analisi SWOT, fund raising e identità visiva, letti in un’ottica d’incremento della comunicazione e della partecipazione, sia in parametri più fluidi quali il tempo, la demografia e l’innovazione, per recepire e adeguarsi ai cambiamenti in atto.

 

Si apprezza nella scrittura l’alternanza di concetti economici e di suggestive citazioni letterarie e artistiche, rendendo il libro fruibile e piacevole nella lettura anche a chi opera nel settore e proviene da un ambito di formazione prettamente umanistico. Inoltre, la metodologia di spiegazione è chiara volendo presentare una sorta di cassetta degli attrezzi pronta per l’utilizzo; il lettore è, infatti, aiutato nella comprensione poiché l’autrice, nella descrizione degli indicatori di valutazione, si esprime sempre in risposta a un “What” e “How”, ovvero definendo che cosa e come poterlo misurare, uscendo fuori dal confine dell’astrattismo trattatistico. Gli stessi criteri di chiarezza, semplicità e dinamicità, intesa come la capacità di adeguarsi ai cambiamenti, sono reputate le misure più adatte a determinare le performance delle istituzioni museali.

 

Il valore del museo
Irene Sanesi
Franco Angeli editore, 2014
Euro 40,00