I più attenti osservatori del settore culturale ci invitano da tempo a non sottovalutare le tendenze della società contemporanea destinate a produrre effetti evidenti e non facilmente prevedibili sia sulla produzione che sulla fruizione culturale.
Mantenendo l’attenzione focalizzata sulle dinamiche relative alla fruizione, è indubbio che le nuove modalità di interazione offerte dalle tecnologie, la democratizzazione della conoscenza, e l’avvento di nuove fasce di pubblico, sono trend che già permeano ed influenzano il panorama attuale. Di questo ci raccontano gli articoli di Feliciati e Codignola, rispettivamente incentrati su un progetto di piattaforma digitale ed il tema della globalizzazione dell’arte contemporanea.
Eppure, il rapporto tra il mondo dell’arte e gli strumenti e le varie soluzioni offerte dalla tecnologia, come anche la costruzione di un rapporto fidelizzato con i pubblici di riferimento, pur ricco di potenzialità, si trovano ancora ad uno stadio embrionale. E ciò è sicuramente valido qualora si rivolga lo sguardo al contesto puramente nazionale.
Infatti, laddove si cerchi di accostare cultura e tecnologie, non si riesce del tutto ad evitare atteggiamenti sospettosi dell’una nei confronti dell’altra (o viceversa). Ciò è sicuramente valido qualora si consideri il punto di vista del fruitore.
Non sempre si dà adeguata enfasi, né si evidenzia un reale interesse per gli utenti cui un servizio culturale si rivolge, a maggior ragione se esso è digitale. Troppo spesso gli interventi di miglioramento, anche da un punto di vista meramente tecnologico, dimenticano chi usufruirà effettivamente del servizio. Esemplare in questo caso il portale “Europeana”, piattaforma unificata che offre l’accesso ai materiali digitali provenienti da biblioteche, musei, archivi europei. Una sfida piuttosto importante che si è soffermata non solo sulla possibilità di far accedere un pubblico sempre più vasto al patrimonio culturale (in questo caso digitalizzato), ma che si è posta il problema di lavorare sulla qualità. E per sfuggire a tentazioni classificatorie vane o inefficaci, ha perseguito la strada dell’apertura di una discussione tra vari fruitori provenienti da differenti settori disciplinari, alla ricerca di un punto di incontro validato e chiaro per tutti.
Uguale attenzione alle potenzialità delle tecnologie quali strumenti di apertura si riscontra nel mondo dell’arte contemporanea, il quale prima di molti altri settori creativi, ha recepito le tendenze tipiche della contemporaneità. Essa si è subito mossa verso massicci investimenti effettuali in immagine e nella costruzione di brand (per gallerie, case d’asta ecc.).
Si pensi solo alla creazione del portale “MySotheby’s”, da parte di una delle principali case d’asta mondiali, uno strumento tecnologico che diventa strumento di marketing e di gestione delle relazioni con i clienti, esempio concreto di come impostare proficuamente i rapporti con il pubblico attuale e potenziale.
La chiave sembra essere quella di “alzare lo sguardo”, allontanarsi per quanto possibile dal proprio ristretto orizzonte. Dunque ben vengano le soluzioni virtuali o reali che aprono a soluzioni di interconnessione e reciproca apertura. Del resto, la cifra caratterizzante la modernità – o post-modernità, come alcuni amano ricordare-, è sicuramente la complessità, l’ibridazione di forme di consumo e produzione, l’emergere di settori dinamici e difficilmente catalogabili.
Non occorre ricordare che siamo in un momento di passaggio, in cui gli schemi di riferimento validi fino a pochi anni fa si stanno lentamente sgretolando e lasciano il posto a nuovi modi di impostare il rapporto con la realtà circostante.
In questo senso la cultura dovrebbe e potrebbe fungere da antenna di riferimento in grado di captare i segnali ambigui e non facilmente intellegibili, facendosi carico di una capacità critica e propositiva, in grado di offrire scenari non ancora evidenti, ma potenzialmente fertili di nuove opportunità.
Le potenzialità dei nuovi pubblici e delle tecnologie in campo culturale
I più attenti osservatori del settore culturale ci invitano da tempo a non sottovalutare le tendenze della società contemporanea destinate a produrre effetti evidenti e non facilmente prevedibili sia sulla produzione che sulla fruizione culturale.
Mantenendo l’attenzione focalizzata sulle dinamiche relative alla fruizione, è indubbio che le nuove modalità di interazione offerte dalle tecnologie, la democratizzazione della conoscenza e l’avvento di nuove fasce di pubblico, sono trend che già permeano ed influenzano il panorama attuale.