Il volume “Luoghi e oggetti della memoria – Valorizzare il Patrimonio culturale. Studio di casi in Italia e Giordania” è il prodotto di una giornata di studio organizzata dall’antropologa, Lucilla Rami Ceci, per il corso di Antropologia del turismo sostenibile presso l’Università La Sapienza di Roma. Oggetto del workshop è stato il tema della memoria come motore per delineare un nuovo modello di valorizzazione. Infatti, ponendo l’accento non più soltanto su criteri estetici ed artistici, ma anche e soprattutto sul patrimonio intangibile che un territorio riconosce come rappresentativo della collettività, è possibile generare una sostenibilità e uno sviluppo mediatico e turistico di patrimoni culturali e naturali.
Di qui l’importanza dell’applicazione della Convenzione per il patrimonio immateriale adottata dall’UNESCO nell’aprile 2006, con la quale si è passati da un approccio statico alla contemporaneità ad uno dinamico, che pone l’accento sulla storia, le tradizioni, il patrimonio identitario, senza trascurare il folklore locale per reinterpretare, ai fini della conservazione e della valorizzazione, i luoghi del presente.
La ricerca si concentra sull’area mediterranea, caratterizzata da una memoria comune che, partendo dal centro-est europeo, arriva fino all’Italia meridionale. Gli interventi degli otto professionisti chiamati ad esprimere la propria opinione dimostrano come tale memoria possa essere spezzata da eventi che sconvolgono le abitudini delle popolazioni, il loro habitat naturale e la memoria religiosa e culturale. Quando si verificano simili circostanze, è necessario individuare il senso del luogo, ossia il legame esistente tra il sito e le tradizioni della comunità.
Nel caso segnalato da Luciana Mariotti per il centro storico del L’Aquila, sconvolta dal sisma del 2009, il patrimonio materiale, la Basilica romanica di Santa Maria di Collemaggio, è inscindibilmente legato al patrimonio immateriale, costituito dalla pratica rituale della Perdonanza.
Il caso del cataclisma naturale permette bene di percepire la difficoltà di una ri-contestualizzazione del Patrimonio e l’esigenza di creare una sintesi tra memoria e contemporaneità. Questa unione è individuata anche nel rinnovamento della comunicazione, vista dall’autrice come la chiave per la trasmissione delle origini alle generazioni future. Così in Giordania, contesto storico-culturale a cui si riferiscono gli studi della prof.ssa Rami Ceci, dove nel Children’s Museum si sono utilizzate tecniche espositive innovative, incentrate su tecnologie audiovisive che aiutano i piccoli visitatori nella ricostruzione del percorso storico del territorio.
Gli interrogativi si moltiplicano nel corso della trattazione: se finora si è dato spazio alle domande “Cosa musealizzo?”, “Cosa comunico?”, l’arch. Luigi Marino, del Dipartimento Costruzioni e Restauro dell’Università di Firenze, nel suo saggio “La spazzatura di qualcuno è il tesoro di qualcun altro”. L’impiego di materiali di risulta nel restauro, vuol risolvere l’interrogativo del “Cosa promuovo?”, riflettendo sulla capacità del Patrimonio di divenire volano per lo sviluppo locale. L’intervento mira ad incoraggiare la pratica del riuso di materiali edili e di fregi di edifici antichi, prassi già utilizzata nell’antichità. Tale reimpiego consentirebbe innanzitutto una conoscenza di saperi circa le tecniche costruttive tradizionali e l’uso di materiali naturali, e al tempo stesso favorirebbe un riciclo dei rifiuti edili, a fini non solo di un ampliamento dei materiali di utilizzo, ma anche di una sensibilizzazione verso la tutela delle culture locali per la salvaguardia dei saperi e della creatività delle genti passate.
La raccolta di saggi si conclude con il caso della “Grotta dei sette dormienti”,di particolare interesse per lo studio del patrimonio immateriale dell’area interessata. Si tratta di un sito trasversale a più religioni e culture, dimostrazione esemplare di come un luogo possa essere contestualizzato e valorizzato sulla base della ricchezza di manifestazioni di tipo religioso ormai perse, come risorsa per attrarre un turismo di tipo culturale.
In quest’ottica multidisciplinare ed empirica, la curatrice del volume dimostra la molteplicità di aspetti su cui si incentra la valorizzazione, dalla conservazione al recupero della memoria storica, dalla promozione alla comunicazione attraverso nuove tecniche di linguaggio, evidenziando come esista sempre un filo diretto per tramandare il passato, attraverso un adeguamento al presente, e alle generazioni future.
Luoghi e oggetti della memoria
Valorizzare il patrimonio culturale. Studio di casi in Italia e in Giordania.
Lucilla Rami Ceci (a cura di)
Armando Editore 2011
Euro 23,00