Museums and disabilities: A focus on the Veneto region | Musei e disabili: il caso veneto

“The only real voyage… would be to see the universe through the eyes of another.” Proust’s words invite us to consider the world from a different perspective. While there is a wealth of literature on museums, relatively little has been written about the museum experience for people with disabilities. This study aims to fill this gap by collecting and analyzing data on this topic, encouraging readers to consider the implications for future research and practice.

1. Premessa

L’unico vero viaggio … sarebbe non andare verso nuovi paesaggi, ma avere altri occhi, vedere l’universo con gli occhi di un altro, di cento altri, vedere i cento universi che ciascuno vede, che ciascuno è.   Così scrisse Marcel Proust in una delle sue opere. Nel corso degli anni sono stati scritti numerosi testi sui musei, le loro attività, i servizi, l’allestimento e altro ancora, ma ben poco è stato pubblicato invece in materia di disabilità in rapporto agli stessi. Porsi nell’ottica di vedere il mondo da una diversa prospettiva, significa mettersi in discussione e rivalutare, sotto altra lente, tutto ciò che ci circonda. Questo lavoro si propone di raccogliere alcuni dati e cercare di leggerli, lasciando trarre al lettore le proprie conclusioni, magari come spunto per future ricerche.
Nella prima sezione sono state prese in esame sia le competenze proprie di un museo, sia le diverse definizioni e problematiche dell’handicap motorio e visivo per passare, poi, ad elencare alcuni sussidi e accorgimenti da poter sfruttare all’interno delle diverse strutture.
La seconda parte si cala nel concreto all’interno di due progetti importanti presenti in Veneto: Il Libro Parlato di Feltre e il progetto Museabile, voluto e promosso dalla regione Veneto ed in particolare dalla dottoressa Aurora Di Mauro responsabile della sezione Musei. Infine, la sezione più cospicua e di maggior rilevo è la terza ed ultima dove vengono descritti  311 musei veneti sulla base dei servizi che offrono ad un pubblico diversamente abile: dal semplice superamento della barriere architettoniche alla presenza di progetti specifici.
Un bilancio è difficile come è difficile affrontare questi temi, questi problemi, anche dall’altra parte del “fronte”: quello dei direttori di istituzioni sempre più messe alle strette dai continui tagli di risorse economiche. E’ indubbio. Tuttavia è necessario – per tentare di trovare delle soluzioni possibili – conoscere il punto di vista dell’altro, e del suo piccolo, spesso isolato, universo.

2. Musei e disabili: Il caso veneto

Nell’anno 2003, Anno Europeo delle persone con disabilità, la Direzione Cultura della Regione Veneto ha deciso di promuovere un’iniziativa di accessibilità, denominata “Museabile” e nata sotto la direzione della Dott.ssa Aurora Di Mauro, responsabile della sezione Musei. Il progetto comprendeva, e comprende tutt’ora, una sito internet   in cui sono inserite diverse sezioni dedicate rispettivamente ai musei accessibili alle persone con difficoltà nei movimenti e nella percezione e ad approfondimenti e ausili che in qualche modo risultano essere collegati alla disabilità e al superamento delle barrire architettoniche.
I risultati, ottenuti e pubblicati sul sito della Regione, sono stati il punto di partenza di un successivo lavoro che è si proposto come fine l’obiettivo di raccogliere e aggiornare i dati delle diverse realtà museali e cercare di leggerli, lasciando trarre al lettore le proprie conclusioni, magari come spunto per future ricerche.
La prima sezione della ricerca comprende un breve excursus storico sulle competenze e le necessità dei musei, con particolare attenzione alle dinamiche dello scorso secolo, e sulle diverse definizioni di disabilità, con correlata legislazione che la tutela e regola, per elencare infine alcune soluzioni di accessibilità e superamento delle barriere architettoniche.
Alcune considerazioni a parte sono state rivolte all’handicap visivo che, al contrario di quello motorio, comporta un diverso apprendimento cognitivo. La persona cieca si avvale di tutti gli altri sensi per accedere al mondo e alla conoscenza di esso. Mentre un vedente apprende, grazie alla vista, attraverso uno sguardo d’insieme per poi eventualmente dedicarsi al particolare, un cieco, avvalendosi principalmente del tatto, procede attraverso una percezione aptica  in un procedere per successione di frammenti spaziali componendo il significato complessivo dopo aver immagazzinato diversi dati ed averli ricomposti per conferirgli un unico significato e forma, e quindi dal particolare al senso generale.
Tutte queste riflessioni, accompagnate da esempi di alcune strutture museali italiane che ne fanno uso, sono state propedeutiche e significative per la parte più corposa e significative lavoro.
Partendo dal questionario ideato nel 2003 dalla Regione Veneto, inviato ai diversi musei presenti sul territorio, e rielaborando le informazioni sulle diverse disabilità, si è stilato un nuovo questionario aggiungendo domande e quesiti inerenti l’handicap visivo e le possibili soluzioni da adottare.
La terza e ultima sezione riporta tutti i risultati ottenuti contattando personalmente e telefonicamente i 311 musei della Regione Veneto descrivendo i servizi offerti ad un pubblico diversamente abile: dal semplice superamento della barriere architettoniche alla presenza di progetti specifici.
In conclusione al lavoro vengono poi elencate alcune soluzioni di buon senso e poco dispendiose che consentirebbero di offrire prestazioni migliori.
Un bilancio è difficile come è difficile affrontare questi temi, questi problemi, anche dall’altra parte del “fronte”: quello dei direttori di istituzioni sempre più messe alle strette dai continui tagli di risorse economiche. E’ indubbio. Tuttavia è necessario – per tentare di trovare delle soluzioni possibili – conoscere il punto di vista dell’altro, e del suo piccolo, spesso isolato, universo.

3. Analisi dei dati e riflessioni conclusive

I dati ottenuti sono stati scomposti in percentuali sulla base di diverse categorie tra cui la suddivisione dei musei nelle varie provincie, l’accessibilità ad un pubblico diversamente abile, le facilitazioni per l’accesso quali parcheggi e mezzi pubblici, la presenza di servizi igienici attrezzati ed infine la presenza di percorsi espositivi specifici per un pubblico cieco o ipovedente.
Ecco alcuni dati numerici riguardanti nello specifico la provincia di Verona.
Il territorio veronese conta 54 musei di cui 26 completamente accessibili, 15 parzialmente accessibili, 3 non accessibili, 9 di cui non si hanno informazioni e 1 temporaneamente chiuso.
Di tutti questi 54 istituti museali, 25 hanno un parcheggio nelle immediate vicinanze, 8 sono facilmente raggiungibili da mezzi pubblici e 3 presentano invece entrambe le soluzioni.
Un altro dato, non secondario per importanza, è la presenza di servizi igienici attrezzati. Ecco cosa emerge: 30 musei sono forniti di almeno un bagno idoneo ad un pubblico diversamente abile, 10 ne sono sprovvisti e di 14 non si è riusciti ad avere informazioni.
Infine un’informazione significativa riguarda le soluzioni possibili da adottare per le persone con handicap visivo. Nel Veronese sono 14 i musei che permettono al pubblico di toccare le opere esposte, alla presenza del personale, e solo 2 quelli che predispongono percorsi specifici per ciechi e ipovedenti.

Di seguito i risultati ottenuti dal rilevamento dei dati dei 311 musei del Veneto.
Il primo grafico permette di visualizzare le istituzioni museali suddivise nelle sette provincie.

Grafico n° 1 “ Musei nelle diverse provincie Venete”

grafico 1_monzardo

I dati che però interessano maggiormente sono quelli sull’accessibilità: ovvero le barriere architettoniche che ostacolano la visita, soprattutto per persone su carrozzina. La suddivisione dei musei è stata effettuata tra quelli completamente accessibili, parzialmente accessibili, non accessibili, musei chiusi temporaneamente e musei di cui non si ha notizia causa irreperibilità o mancanza di risposta.

Grafico n° 2 “ Accessibilità nei musei Veneti”

grafico 2_monzardo

Meno della metà dei musei, 140, sono completamente accessibili, 75 risultano parzialmente accessibili, 28 non accessibili, 44 risultano indefinibili per mancanza di informazioni e 25 chiusi temporaneamente in attesa di destinazione o di allestimento.
Gli stessi risultati possono essere visualizzati per provincia:

Grafico n°3 “ Accessibilità nei musei delle provincie Venete”

grafico 3_monzardo

I dati ottenuti vanno letti ed interpretati tenendo in considerare alcuni fattori tra cui il fatto che  molti musei, solo parzialmente o non accessibili, hanno vincoli restrittivi per i palazzi ospitanti e che in tal senso le soluzioni possibili da adottare risultano veramente limitate e di difficile esecuzione. Molti palazzi a Venezia, per esempio, oltre ad affrontare problemi di vincoli devono imbattersi anche in problemi architettonici e geologici da non sottovalutare.
In tal senso vanno letti anche i risultati sulle modalità di accesso.

 

Grafico con n°4 “ Parcheggi e raggiungibilità dei musei Veneti”

grafico 4_monzardo

Si può notare che i musei in provincia di Venezia sono quelli che presentano il minor numero di mezzi e possibilità di accesso, per il semplice fatto che la maggior parte di essi si trovano sulla città lagunare e questo impedisce non solo di poter parcheggiare nelle immediate vicinanze, ma anche la possibilità di essere forniti da mezzi pubblici. Un discorso analogo va fatto anche per tutti quei musei situati in piccoli paesi o presso comunità montane, i cui mezzi pubblici passano soltanto poche volte al giorno e spesso in fermate distanti, rendendo per questo difficile l’accesso.

Grafico n°5 “ Presenza di bagni attrezzati nei musei Veneti”

grafico 5_monzardo

Un altro dato, molto significativo è la presenza di almeno una toilette attrezzata per persone con disabilità motorie.
Per ogni provincia circa la metà dei musei è attrezzata con servizi igienici adeguati, favorendo, in questo modo, la tranquillità del visitatore e permettendogli di sfruttare appieno le attività proposte o la semplice visita.

4. Soluzioni adottate per la disabilità visiva

Risultato invece di grande importanza sono i dati riguardanti le soluzioni per i disabili visivi. Si sono distinti i progetti nati e realizzati appositamente per un pubblico di ciechi ed ipovedenti da tutti quei musei che concedono, spontaneamente o sotto richiesta, di poter toccare le opere in funzione di una diversa fruibilità.
Almeno ogni provincia ha un museo che propone una specifica soluzione  per un pubblico cieco: sia esso un percorso tattile studiato appositamente o semplici spiegazioni in Braille in una o più lingue.
Più numerosi sono invece i dati relativi alla possibilità di toccare alcune opere. Se per un museo archeologico o una pinacoteca è molto difficile permettere un approccio tattile con le opere, per problemi di conservazione, è invece molto più semplice e proponibile per altre tipologie di musei come quelli etnografici, della cultura contadina, dei fossili, naturalistici etc.

Grafico n°6 “ Soluzioni adottate per la disabilità visiva nei musei Veneti”

grafico 6_monzardo

Non si posso confrontare i dati con quelli di altre regioni, non in questa sede per lo meno, anche perché è difficile riuscire a reperire dati paragonabili o quanto meno una bibliografia strettamente inerente al problema e soprattutto aggiornata. Cercando informazioni sul tema, specialmente grazie a internet, ci si rende facilmente conto che esistono parecchi progetti e proposte dirette al pubblico dei minorati della vista, e non solo, ma che risultano essere purtroppo temporanee e occasionali. Solo alcuni esempi: la mostra Vietato non toccare  organizzata e proposta dal’Università di Siena che ha avuto una tappa anche presso il Museo di Storia Naturale di Verona nel 2007 oltre che a Cetona, Firenze e Ferrara , Toccar l’arte. Vedere con le mani mostra itinerante promossa dal Museo Tattile Omero  o ancora Dialogo nel Buio  realizzata e riproposta a Torino.
Se si riconoscono iniziative su tutto il territorio, sfortunatamente troppo spesso si viene a conoscenza solo delle esposizioni temporanee che proprio per il loro carattere di eccezionalità e brevità richiamano l’attenzione su di loro, grazie alla forte pubblicità promossa, lasciando in ombra progetti già avviati in altri musei.
Tali occasioni hanno lo scopo primario di sensibilizzare e aprirsi ad un diverso pubblico che, in generale, nei musei viene escluso e per questo è auspicabile che in futuro si passi alla realizzazione di numerosi progetti permanenti.
Le soluzioni di accessibilità e i progetti tattili presenti, sebbene limitati, confermano la disponibilità e l’apertura verso questo tema.

5. Riflessioni conclusive

Prendendo spunto dai dati emersi è possibile tuttavia indicare alcune soluzioni di buon senso e poco dispendiose, che consentirebbero di offrire prestazioni migliori. In particolare si suggerisce di:
•    Migliorare la chiarezza delle informazioni offerte nei siti web: ossia indicare con testi scritti e simboli  i servizi offerti e la barriere architettoniche presenti;
•    Individuare del personale organico incaricato al primo supporto di disabili non accompagnati;
•    Predisporre la presenza di pedane lignee usabili all’occorrenza per edifici vincolati, ove possibile;
•    Contattare associazioni specifiche di disabili per migliorare il migliorabile;
•    Offrire, su prenotazione e magari a pagamento, servizi di trasporto e parcheggio in collaborazione con gli enti locali o altre Istituzioni
•    Assicurarsi che l’allestimento museale sia fruibile da tutti, abbassando l’altezza di bacheche e cartellini espositivi.
•    Proporre questionari di gradimento specificamente riservati ai disabili, lasciando indicare soluzioni o alternative;
•    Pensare a laboratori didattici adatti alle diverse disabilità e però aperti anche ad pubblico normodotato
E’ infatti solo creando una rete solidale di idee e di progetti, scambiandosi opinioni e suggerendo soluzioni di buon senso, che si perverrà alla consapevolezza di quanto possa essere arricchente vedere l’universo con gli occhi di un altro .

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