More than just a land of the aged: Identity and innovation in the LAB.net experience of the Sardinia region – Non è solo un paese per vecchi. Identità e innovazione nell’esperienza LAB.net della regione Sardegna

On July 3rd and 4th, 2008, the concluding conference of the LAB.net project – a cross-border network for the enhancement of urban historical centers, funded by the PIC Interreg IIIA Italy-France “Islands” Sardinia-Corsica-Tuscany – took place in Alghero.
This initiative is part of a decade-long regional experience in the protection and enhancement of historic centers: Law 29 of 1998, “Protection and enhancement of Sardinia’s historic centers,” marked the beginning of a series of experiments that have set new standards in Italy. The cornerstones of this activity lie primarily in the belief in the need to move beyond the logic of purely physical intervention, particularly in smaller-scale contexts, and in the adoption of a complex and integrated approach that actively addresses and involves the socio-economic dimension of the problem.


Il 3 ed il 4 luglio 2008 si è svolto ad Alghero il convegno conclusivo del progetto LAB.net – Rete transfrontaliera per la valorizzazione dei centri storici urbani, finanziato dal PIC Interreg IIIA Italia Francia “Isole” Sardegna-Corsica-Toscana1.
L’iniziativa si colloca sulla scia di una ormai decennale esperienza della regione in tema di tutela e valorizzazione dei centri storici: la legge 29 del 1998 “Tutela e valorizzazione dei centri storici della Sardegna” rappresenta infatti il momento di avvio di una serie di sperimentazioni che hanno segnato le punte più avanzate del panorama italiano. I capisaldi di questa attività risiedono soprattutto nella convinzione della necessità del superamento della logica del puro intervento fisico, in particolare nelle realtà di minore dimensione, e dell’adozione di una logica di intervento complessa ed integrata, che affronti e coinvolga attivamente anche la dimensione socio-economica del problema. Ne consegue un’attenzione particolare al tema del nuovo ruolo che i centri storici possono e devono assumere nel territorio, che, pur passando certamente attraverso la valorizzazione a fini turistici – ritenuta ancora il “motore dello sviluppo” -, non può non muovere dal rafforzamento del senso di appartenenza e di identità della comunità locale.
La Sardegna ha infatti per prima affrontato un tema che ha investito, con toni qui più drammatici che nelle altre realtà regionali, i centri minori: il forte depauperamento demografico, con l’allontanamento delle fasce di età più giovani verso altre zone dell’isola o dell’Italia, ed i conseguenti forti riduzione e invecchiamento della popolazione. Invertire questa tendenza non è certamente obiettivo raggiungibile solo attraverso questo genere di politiche, ma una maggiore consapevolezza verso le ricchezze e la storia del proprio territorio rappresenta certamente una leva importante.
L’esperienza del progetto LAB.net è partita nel luglio 2004, e le sue attività stanno per concludersi (ottobre 2008); la Direzione Generale della Pianificazione Urbanistica e Territoriale della Regione guida un partenariato cui partecipano anche la Corsica e l’Isola d’Elba2. La ripartizione delle risorse dedicate è di 16.709.360 € per la Sardegna, 2.937.088 € per la Toscana e 918.000 € per la Corsica.
Le diverse azioni del progetto possono essere articolate secondo tre parole chiave, che rappresentano sinteticamente gli obiettivi fondamentali dell’iniziativa:

CONOSCERE. E’ stata costituita una rete transfrontaliera di “Laboratori per il recupero dei centri storici” (LAB.net). Si tratta di sette laboratori (di cui cinque in Sardegna, uno in Corsica ed uno in Toscana) in cui operano tecnici che studiano il patrimonio e le tecniche costruttive e supportano le amministrazioni locali nelle attività di progettazione (attraverso anche la redazione di un disciplinare) e valutazione dei progetti. Viene prodotto anche un portale ed un SIT. I laboratori, inoltre, svolgono il lavoro con le scuole (il concorso Kaleidos di cui si dirà) e scambiano tra loro conoscenze, esperienze e prassi.

RECUPERARE. I Laboratori hanno guidato alcuni interventi sperimentali di recupero nei centri storici urbani (40 in tutto, di cui 31 in Sardegna, 6 in Toscana e 3 in Corsica). I temi affrontati nei progetti concernevano prevalentemente la riqualificazione degli spazi pubblici e la ristrutturazione di patrimonio storico da destinare a funzioni culturali ed a servizi turistici, nella convinzione che agire sulla leva della valorizzazione di itinerari “non convenzionali” rappresenti un fattore imprescindibile per lo sviluppo locale. Particolare il caso della Corsica, dove agli interventi di recupero fisico di alcuni manufatti era legata anche una finalità di studio e documentazione delle attività tradizionali (il frantoio e l’ecomuseo del cedro) nella logica che vede inscindibili “fare e saper fare”, come evidenziato nel convegno dall’arch. Simonetti-Malaspina del Conseil d’Architecture, d’Urbanisme et d’Environnement de Corse du Nord.
Gli interventi sono fondati su un’accurata attività di ricerca storica e sul rispetto dei criteri di sostenibilità e fruibilità degli spazi; l’ampia attività conoscitiva e di catalogazione del patrimonio rimane come un lascito importantissimo dei Laboratori alle comunità ed alle amministrazioni, nella ordinaria attività di gestione e valutazione. Il Laboratorio è infatti concepito non come uno studio tecnico chiuso, ma come un vero e proprio luogo di elaborazione, di scambio e di incontro tra tecnici (“persone a disposizione del territorio”), comunità, amministratori, tutti protagonisti della progettazione. A scala superiore, la rete tra i Laboratori (“operativa, non nominale”), al di là di quelle che sono le concrete possibilità di ri-finanziamento del progetto, è già una realtà.

CONDIVIDERE. L’attività di divulgazione e di condivisione delle informazioni e delle esperienze ha costituito un elemento portante del progetto, e si è concretizzata, tra l’altro, in iniziative come l’attivazione del portale Web (www.lab-net.eu, on line dal settembre 2006, ma riprogettato nel 2007 con il supporto della facoltà di Architettura dell’Università di Alghero), che fornisce informazioni sui progetti, archivi degli studi, newsletter e forum, e l’organizzazione di convegni e workshop.
Ma l’attività di cui il gruppo di lavoro va maggiormente orgoglioso è senz’altro il concorso Kaleidos, (la tua città: un caleidoscopio di scoperte) “azione promo-educativa” rivolta ai bambini delle scuole elementari dei comuni coinvolti. Il concorso è stato bandito nel dicembre 2005, ed ha interessato 650 bambini, appartenenti a 18 classi di 3 comuni; notevoli anche i numeri relativi ai risultati: 11 progetti di ricerca sulla storia del paese e l’architettura tradizionale e 7 progetti di valorizzazione e recupero.
I lavori dei bambini sono stati valutati da una commissione composta da rappresentanti di tutto rilievo del mondo culturale sardo: lo scultore Pinuccio Sciola, lo scrittore Giorgio Todde e la pittrice Maria Elena Motzo, che hanno esaminato opere prodotte con le più varie tecniche espressive. La scelta del premio in palio condensa in sé tutto il significato dell’operazione: il “viaggio per l’incontro” (dei bambini sardi in Corsica, dei bambini toscani e corsi in Sardegna).
Che questa iniziativa rappresenti, come è risultato chiaro anche al convegno, il “fiore all’occhiello” di tutta l’attività LAB.net è estremamente significativo: la sensibilizzazione dei bambini – e attraverso loro, delle famiglie e della comunità – sulla tutela dell’ambiente, la cultura ed il paesaggio locali costituisce infatti il necessario punto di partenza per un’azione realmente efficace di rafforzamento del senso dell’identità. Il centro storico è infatti spesso sconosciuto alle nuove generazioni: i bambini sono stati anzitutto indotti a dialogare con gli anziani, a loro volta stimolati a raccontare le storie dei luoghi. Successivamente, è stato richiesto loro una rielaborazione personale e l’assunzione del ruolo di narratori del proprio luogo di appartenenza, di ricercatori e anche di progettisti di alcune parti della città, quando ritenuto necessario. I bambini, “portatori di uno sguardo proprio e competente, diverso e irriducibile”, hanno studiato (anche misurandoli materialmente) luoghi urbani ed edifici, anche sotto il profilo delle tecniche costruttive; ma anche la scala del paesaggio è stata oggetto di attenzione e riflessione.
L’obiettivo di breve-medio termine di Kaleidos è certamente stato quello di stimolare la conoscenza del proprio territorio, e l’interazione con esso, liberando i bambini dagli inevitabili stereotipi. Ma lo sguardo è andato anche più lontano: sviluppare la necessaria sensibilità negli “utilizzatori” dei centri storici (oggi) può essere un modo per garantirsi (domani) una maggiore attenzione qualità delle trasformazioni “minori” del patrimonio, quelle che incidono maggiormente sull’immagine dei luoghi, e che nel loro insieme possono consentire di perpetuare la “personalità” di un sito evitando l’imperante rischio dell’omologazione degli interventi.
Certo non sempre alcune radicate convinzioni, nonché la ben nota resistenza al cambiamento delle comunità locali, si riescono ad estirpare: “il palazzo era meglio prima, perché si vedeva che era vecchio!”, è il commento testuale di un bambino ad un intervento di riqualificazione edilizia, riportato fedelmente dai tecnici di un Laboratorio.

L’eredità di LAB.net
Nel loro insieme, le tre attività (“conoscere”, “intervenire” e “comunicare”) hanno configurato un metodo operativo originale e altamente riconoscibile. L’approccio è multisettoriale e transcalare: i tecnici dei Laboratori mettono in evidenza come il “recupero dell’edilizia esistente non può prescindere dalla comprensione delle complesse e articolate regole insediative e delle dinamiche di sviluppo del territorio, che non possono che essere locali, cioè strettamente correlate ai caratteri fondativi del ‘luogo’”.
Ne consegue che anche la forma di restituzione delle riflessioni e degli esiti delle attività del Laboratorio assume una forma che non è quella del manuale convenzionale.
Nei testi prodotti nel corso dell’esperienza3 ci si sforza infatti di rendere il senso di un’attività integrata che ha operato su diversi livelli: fisico e funzionale, ma anche di relazioni con il territorio (“ricchezza e vincolo”), con il sistema centro storico, socio-culturale e simbolico. L’azione è anzitutto conoscitiva (“narrazione del processo di genesi” degli insediamenti e quadro socio-economico di interpretazione delle trasformazioni recenti) ma anche progettuale; molto ricca e diversificata, in quanto ogni Laboratorio si è mosso con propri obiettivi e metodologie, fornendo contributi del tutto originali e che riflettono diverse mentalità operative. Tutto questo, certamente, anche grazie all’accumulazione di esperienze e riflessioni (ormai decennali) che come si è detto l’amministrazione regionale ha maturato sull’intervento nei centri storici.
Il materiale prodotto è enorme, di grande accuratezza e spessore; non è però un caso che il gruppo di lavoro presenti con particolare orgoglio la quota immateriale dell’esperienza, soprattutto il rapporto con la comunità locale, temi su cui in sede di convegno conclusivo sono stati prodotti contributi estremamente interessanti.
Ciò di cui ci si occupa infatti è la storia dei luoghi, non il passato, ha sottolineato l’arch. Cossu della regione Sardegna, e si impone un recupero del ruolo del centro storico anzitutto come luogo della socializzazione per eccellenza. In questo senso Lab.net ha costruito (in senso materiale e non) “piccole cose” nei centri storici, del tipo di quelle “che la gente non riesce più a vedere, quindi grandi cose” nell’efficace espressione del responsabile del progetto, l’ing. Melis.
Al di là della soddisfazione del lavoro prodotto, manifestata da tutti i partecipanti, si legge comunque un diffuso orgoglio di appartenenza a territori geograficamente isolati ma, forse proprio per questo, densi di storie e culture assolutamente uniche. “Non siamo gli ultimi ma i primi” e “non siamo la periferia del mondo” sono alcune delle solide convinzioni che hanno indotto ad esempio il sindaco di un comune dell’Isola d’Elba4 a promuovere ed animare la costituzione di un’associazione dei comuni delle isole minori, una realtà importante del nostro e di molti altri paesi del bacino del Mediterraneo, che in tal modo si sforzano di divenire un interlocutore autonomo dei governi nazionali e regionali. L’assoluta specificità dei problemi di vivibilità che affliggono questi territori sono infatti priorità assolute: la mobilità (“non possiamo diventare prigionieri del territorio”), i servizi, le infrastrutture.
La nuova programmazione dovrà tenere conto della lezione di LAB.net, nonché delle “attese” che l’esperienza ha generato nelle comunità locali; da parte dei rappresentanti della Regione Sardegna si è evidenziato come non sia più sufficiente lavorare sulla memoria, ma occorra uno sforzo di elaborazione di nuovi modelli di governance (Cossu) e di un progetto strategico (Melis). In termini concreti l’esperienza procederà con il progetto LAB.net “plus”, ampliando il territorio di riferimento (entra la Liguria) e con qualche novità organizzativa (la gestione passerà alla Toscana, nello specifico alla provincia di Livorno).
Il convegno ha rappresentato anche un momento di confronto con importanti osservatori esterni: l’Università, nelle persone della direttrice del centro di ricerca Focus della Sapienza (prof.ssa Manuela Ricci) e del fondatore della Conferenze des petite set villes historiques de la Mediterranee, università Parigi 1 – Panthéon Sorbonne (prof. Abdelkader Sid Ahmed); e l’Unesco, rappresentata dalla dott.ssa Angela Trezza della Commissione Nazionale Italiana.
Non è certo un caso, nello spirito del progetto LAB.net e nelle riflessioni suscitate dalla presentazione degli esiti dello stesso, che un tema comune di questi contributi possa essere individuato nella centralità della salvaguardia del patrimonio immateriale per il benessere delle comunità. Importanza dell’intervento sui contenitori storici (“luoghi di relazioni non solo fisiche ma anche di senso”), lotta al conformismo culturale, turismo sostenibile, tutela del senso di identità come strumento chiave per le politiche di sviluppo locale, sono stati i principali termini chiave di questi interventi, che da diversi punti di vista hanno osservato il tema delle relazioni tra comunità e territori speciali, quali a tutti gli effetti possono essere considerati i centri storici minori. Le riflessioni portate al dibattito hanno reso il senso della difficile ricerca di un nuovo ruolo territoriale di questi centri – costantemente in bilico tra il rischio dell’abbandono e quello di trasformarsi in una sorta di moderno Luna Park al servizio delle comunità urbane in cerca di relax – e di un nuovo modo di risiedervi, che non può essere quello del “guardiano del parco”.

Note:
1 Asse II, misura 2.2, “Sviluppo e promozione turistica della zona transfrontaliera” azione b, periodo di programmazione 2000-2006.
2 I partner ufficiali sono: le Province di Sassari, di Nuoro e di Livorno, 13 comuni della provincia di Sassari, 9 comuni della Gallura, 5 della provincia di Nuoro, 1 dell’Ogliastra, 6 della provincia di Livorno, 3 dell’Alta Corsica.
3 Il progetto LAB.net; Percorsi di approfondimento (ambiente e paesaggio; struttura e organismo urbano; la strada, la piazza, l’organismo edilizio); “Kaleidos. La tua città: un caleidoscopio di scoperte”
4 Catalina Schettini, sindaco di Rio nell’Elba, presidente dell’Associazione comuni delle isole minori (ANCIM)