Patrimonio, tecnologie sociali e sfide della cultura della partecipazione

Gli utenti di tecnologie sociali come Twitter, Facebook e Flickr sono in costante aumento. Nuove forme di intendere e comunicare il significato e il valore delle nostre esperienze e delle nostre memorie si accompagnano alle interazioni quotidiane di milioni di persone. É la nascita di un nuovo senso di patrimonio: “non ufficiale”, idealmente “democratico” e fortemente legato alle culture di partecipazione promosse dalle tecnologie sociali.

Gli utenti di tecnologie sociali come Twitter, Facebook e Flickr sono in costante aumento. Nuove forme di intendere e comunicare il significato e il valore delle nostre esperienze e delle nostre memorie si accompagnano alle interazioni quotidiane di milioni di persone. É la nascita di un nuovo senso di patrimonio: “non ufficiale”, idealmente “democratico” e fortemente legato alle culture di partecipazione promosse dalle tecnologie sociali.

Questo cambiamento si articola lungo tre assi principali. Il primo é quello delle pratiche sociali, ovvero delle forme spontanee di produzione e comunicazione culturale che si realizzano attraverso lo scambio orizzontale di informazioni e contenuti. Il secondo cambiamento é legato alla formazione di nuovi pubblici e di nuovi rapporti fra pubblico, istituzioni culturali e attori privati. Infine, il terzo cambiamento ci riporta ai luoghi fisici della memoria e della conoscenza, aprendo nuove modalità di interazione con il territorio e le comunità locali.

Pratiche Sociali. Le tecnologie sociali consentono nuovi modi di “catturare” e trasmettere le nostre esperienze. Ne catturiamo le immagini e i suoni (Flickr e YouTube), le mappiamo (GoogleMaps), le interpretiamo con parole chiave (“tagging”) e infine le condividiamo, moltiplicate da un intrico viscoso di piattaforme tecnologiche e servizi digitali. Esperienze personali si fanno collettive e contribuiscono a una memoria culturale interattiva e frammentata. In questa apertura a una globalità fluida e partecipata, trovano legittimità e risonanza racconti personali e locali. Ne emergono interpretazioni aperte e significati collettivi. Come si riconfigura il nostro senso di patrimonio in questo scenario? Cosa preserveremo e come lo comunicheremo alle generazioni future? Chi lo deciderà?

Nuovi Pubblici. Le tecnologie sociali promuovono e legittimano una cultura partecipativa in cui gli individui si aggregano sulla base di interessi comuni e “affinità sentimentali”. Nuovi pubblici si stanno formando, per esempio, attorno a eventi di significato storico e culturale come catastrofi (9/11 e la tragedia dell’uragano Katrina) e eventi politici (le elezioni americane del 2008 che portarono Barack Obama alla presidenza degli Stati Uniti). Pubblici si stanno formando anche attorno ad attività hobbistiche e mondane come la fotografia personale (Flickr) e il racconto della quotidianità (Twitter). Come si formano e si articolano questi nuovi pubblici? Quali sono le nuove forme di rapporto fra pubblici emergenti e istituzioni culturali tradizionali? Come entrano in gioco attori privati come Yahoo! o Google?

Senso di Luogo. Le tecnologie sociali non solo estendono le nostre reti di interazione interpersonale. Pervadono anche il nostro ambiente fisico, supportando nuovi modi di interagire con il territorio. Introdurre o rafforzare un senso di luogo attraverso le tecnologie sociali significa creare un rapporto vivo e sostenibile con il patrimonio territoriale. In altre parole, significa creare spazi di comunicazione e interazione capaci di sostenere nuove forme di coinvolgimento con le componenti ambientali e sociali del territorio. “Locative media”, “collaborative mapping” e “mobile gaming” sono alcuni esempi di come le tecnologie sociali ri-articolano le modalità di interazione con i luoghi in cui viviamo e che condividiamo con altri. Ma come sostenere nel tempo il sistema ecologico di esperienze, interpretazioni, e aspettative che contribuisce alla interpretazione e alla lenta costruzione del patrimonio territoriale?

Promuovendo una cultura della partecipazione, le tecnologie sociali creano infrastrutture di comunicazione e interazione che agiscono come luoghi di produzione culturale e di creazione di valore. Una sfida aperta alle nostre concezioni e pratiche museali e patrimoniali, con un movimento “dal basso” di portata radicale.