Smart Parma, or not? | Smart Parma, o no?

Parma si differenzia dalle altre province della Regione Emilia – Romagna per la tradizione dovuta ai fasti del Ducato, per le scelte politiche e per un’identità elitaria che caratterizza anche il suo “capitale culturale”. Nel 2012 è stato reso pubblico il debito di quasi un miliardo di Euro accumulato dal Comune, mettendo in luce che la città viveva come non si poteva permettere. In momenti come questi la valutazione delle risorse in termini di opere d’arte tangibili e tradizioni condivise immateriali è fondamentale per cercare di ristabilizzare un assestamento economico e culturale.

Parma è una donna di provincia con i gioielli di una principessa. La sua ricchezza è visibile nei palazzi, nelle chiese e nei teatri antichi; ma è anche percettibile nell’atmosfera culturale della sua comunità, identificata principalmente nel fascino della musica, del canto e dello spettacolo che alberga nelle Opere conosciute in tutto il mondo. Parma ha una compattezza elitaria, singolare, attenta alla figura. Dentro i gesti dei suoi cittadini risiedono ancora echi di nobiltà e di eleganza.

 

Ma parte di questa stessa comunità solo settant’anni fa partecipò alla Resistenza, si oppose alla guerra e si raccolse intorno ai propri valori. I partigiani lottarono in questo territorio per una società democratica, e ora i loro nipoti vivono una “ sfida civica” profondissima, come la chiamerebbe Edgar Morin(1). Stiamo attraversando infatti un periodo storico di indebolimento della responsabilità e della solidarietà.

 

Questo deficit democratico purtroppo si è reso palese a Parma più che in altri Comuni italiani, per le varie inchieste che hanno mostrato “un sistema di potere pernicioso e insidioso – come lo ha definito il comandante della Guardia di finanza Guido Maria Geremia – finalizzato al controllo della spesa pubblica per interessi personali”.(2) In sintesi, illeciti di politici della vecchia giunta del centrodestra e imprenditori che, grazie alla collaborazione con dirigenti pubblici posizionati in ruoli chiave, ricavavano vantaggi patrimoniali e non, il tutto a scapito della comunità.

 

Così le informazioni – “Dov’è la conoscenza che perdiamo nell’informazione? Dov’è la saggezza che perdiamo nella conoscenza?” Thomas Sterns Eliot – cominciano a diffondersi, i cittadini si indignano e si iniziano a conoscere i nomi delle persone coinvolte (notissimi a livello locale, anche se non mancano nomi politici nazionali). I video sulle tangenti su verde pubblico e mense scolastiche girati dalla Guardia di Finanza vengono diffusi e si racconta di cessioni di credito bancario ottenuti facendo leva sul potere creato.

 

Dopo anni si scopre che alcuni giornali sono stati zittiti, altri pagati per pubblicare notizie distorte; centinaia di migliaia di Euro usati per spesare consulenze e marketing fini a se stessi o per la campagna elettorale del vecchio sindaco. La “città cantiere” ha avuto anni di continua attività di “costruzione” non solo di servizi ma anche di edilizia. Intanto le attività commerciali della città continuano a chiudere: l’anno scorso sono stati 30 i negozi di via Repubblica (in pieno centro della città) a non riuscire a continuare il loro esercizio. Nel frattempo tante inaugurazioni, perfino un cameo cinematografico del Sindaco che interpreta sé stesso(3).

 

Città di maschere e paradossi pessoiani(4), Parma possiede la sua forza anche in queste contraddizioni profondissime. Perfecto E. Cuadrado suggerisce di “… imparare a disconoscerci, per poterci ritrovare definitivamente e più profondamente”; così si può capire Pessoa e forse non solo, magari intraprendendo anche un nuovo percorso senza dimenticare il passato e dando più valore al presente e al futuro.

 

Il senso umano è qualcosa che da insegnare è impossibile, come l’empatia: ma nel presente a Parma c’è chi vuole provarci con le rinunce, e anche se ancora non conosce la lingua del posto, continua a resistere agli attacchi e provare a fare piccoli passi ogni giorno. “Quello che abbiamo fatto è stato vivere al di sopra delle nostre possibilità , ora bisogna fare i conti con la realtà”, sottolinea il nuovo Sindaco nel dilemma tra aumento delle imposte municipali e taglio dei servizi per far quadrare il bilancio del Comune. Che cosa succede oggi? Sul sito web del Comune di Parma(5) compaiono delibere, ordinanze, bandi e appalti, insieme alle buste paga degli assessori, tutto pubblico. Si rinuncia alle auto blu, si discute per i parcheggi a pagamento, si cerca di raccogliere ovunque qualcosa, forse briciole a fronte di voragini accumulate nel recente passato.

 

Ma che cosa rappresenta questa città nelle sue risorse, soprattutto nel suo “capitale culturale”(6)?. Parma è il simbolo di teatri meravigliosi e di Opere liriche illustri: quest’anno la cadenza del bicentenario verdiano pretende non solo una certa qualità artistica ma anche un’organizzazione che faccia fede al territorio: tutto dal 30 settembre al 31 ottobre 2013 dovrà far brillare la città come uno specchio per allodole che adorano la storica impronta artistica parmigiana e portano indotto in un momento di estremo bisogno.

 

Anche la musica purtroppo non ha attraversato momenti facili: la Fondazione Teatro Regio di Parma ha vissuto negli ultimi tempi problemi gravi sia strutturali che amministrativi, mettendo il luce debiti verso imprese locali e avendo un’attuale situazione patrimoniale-finanziaria difficile. Il sindaco Pizzarotti ha delegato il Segretario Generale della Fondazione Arturo Toscanini, Luigi Ferrari, per verificare gratuitamente quei conti che in passato sono costati per un consulente esterno 40mila euro. Il 9 aprile 2013 il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Teatro Regio di Parma ha approvato il Festival Verdi: due opere e quattro concerti, attesissimi. In questi periodi complicati tanti membri della Governance del Regio sono cambiati; sono arrivati già alcuni finanziamenti (il 10 aprile gli ultimi 500mila Euro dalla Camera di Commercio), anche se molti ancora ne serviranno in futuro.(7)

 

Tutto questo patrimonio artistico lascia comunque poco spazio e tempo all’arte contemporanea. Un Assessore della vecchia Giunta mi disse anni fa che aveva un’idea per promuovere l’arte contemporanea a Parma: dare ad artisti quotati e di caratura internazionale, e quindi molto costosi, la possibilità di abitare in alcune strutture storiche del Parco Ducale per concepire opere site-specific. Il “capitale culturale” è certamente una risorsa fondamentale che produce identità e quindi coesione sociale, ma forse la condizione ideale sarebbe quella di integrare il passato con il contemporaneo, le culture maggiori con quelle minori, le arti del territorio con quelle internazionali.

 

Forse proprio in quest’ottica è stata organizzata la festa di Capodanno 2012/2013: uno spettacolo davvero nuovo per quanto riguarda l’arte visiva e musicale contemporanea. L’Assessorato comunale alla Cultura e il Servizio Giovani hanno voluto dare spazio a giovani autori del territorio, mettendo in scena in piazza musica live e proiezioni di video mapping create appositamente per l’architettura dell’edificio di Palazzo del Governatore. Le firme di questo progetto sono di giovani artisti provenienti dal progetto AntWork, un circuito che coinvolge l’arte contemporanea di Parma, Reggio Emilia e Modena(8). Ma non è mancato nemmeno il tradizionale concerto di Capodanno, realizzato come ogni anno dall’Assessorato alla Cultura del Comune in collaborazione con la Fondazione Teatro Regio con i Filarmonici di Busseto che hanno eseguito un vasto programma di musiche da Verdi a Prokofiev, da Ravel a Rota.

 

Totale del costo dell’evento? Meno della metà dei programmi del Capodanno di Parma degli scorsi anni. Forse un nuovo passo sia dal punto di vista della gestione economica, sia dal punto di vista dell’apertura di nuove prospettive dell’arte locale e contemporanea. Questa impronta è fondamentale per allargare l’orizzonte e lo spazio di crescita della città: puntare su un unico settore artistico infatti può risultare pericoloso, soprattutto in un momento come questo. Le strutture teatrali antiche e le opere liriche diventeranno nel tempo sempre più preziose, ma non bisogna tralasciare il contesto storico che cambia e le richieste di un pubblico che è realmente eterogeneo.

 

Con buona pace della cultura operistica che rimane un patrimonio da conservare, la città di Parma va vista come uno snodo costituito da molteplici offerte e da diversi fruitori. Da una parte infatti esistono gli interessi delle nuove generazioni che, insieme alla vasta popolazione universitaria, avanzano richieste inedite e più sostenibili; dall’altra parte c’è una città in grado di offrire anche molto altro. Stiamo parlando della stessa Parma che ha allevato, per esempio, la famiglia Bertolucci: padre poeta reputato tra i più grandi del Novecento, traduttore e Direttore di grandi riviste culturali. I suoi due figli registi e sceneggiatori, sia Giuseppe sia Bernardo che ha all’attivo decine di premi tra i quali 9 Oscar e una stella con il suo nome sulla Walk of Fame a Los Angeles. Ma a Parma le tracce di tutti e tre sono impercettibili, soprattutto per ciò che riguarda il mondo del cinema.

 

Questa è anche la città di Giovanni Battista Bodoni, chiamato “il Re della tipografia”: fu lui stesso che incise e preparò la matrice per il tipo di carattere che porta il suo nome. La tipografia Reale di Parma di cui fu direttore dal 1768 era situata nel Palazzo Ducale della Pilotta dove è collocato il Museo che contiene più di 25.000 punzoni originali e la collezione completa delle sue opere. Oggi la città di Parma utilizza questo carattere per stampare targhe stradali, pubblicazioni, cartelloni pubblicitari e tutti i giorni in tutto il mondo si fa uso del font “Bodoni” che troviamo su ogni computer. Un bagaglio culturale che dovrebbe forse essere promosso di più perchè di grande interesse per tutti, in special modo per tipografi e grafici contemporanei, editori e artisti visivi.

 

Si sta parlando anche della provincia di Parma: Berceto, dove nacque Luigi Malerba, scrittore e sceneggiatore che fece parte del “Gruppo 63”. Pochi anni fa è nata l’idea di costituire il “Parco Malerba” sito vicino al suo paese, con lo scopo di legare l’autore al territorio che amava dimostrandolo anche con i suoi scritti in dialetto. Purtroppo però mancano i fondi per creare effettive attività sul posto, anche se intellettuali come Umberto Eco e Walter Pedullà hanno spesso scritto di lui. Ma qualche saltuario Convegno a Parma con personalità come Renato Barilli non permette certo di ricordare che questo territorio è legato in modo fortissimo con identità artistiche di questo calibro. Questi artisti, tutti importanti ma diversissimi tra di loro, hanno in comune una cosa preziosissima: il “capitale culturale”.

 

E se ricchezze di queste dimensioni venissero convogliate in Scuole di Specializzazione, Corsi di Formazione, o avvenimenti puntuali con cadenze annuali che permettessero di dar valore a ciò che si possiede sul territorio? Forse la risposta più adatta sarebbe quella di sfruttare in modo corretto tutte le risorse esistenti, andando a recuperare bagagli emotivi più che vanti del passato. Forse l’integrazione dell’oggi con la memoria di ieri sarebbe la soluzione adeguata per una comunità estranea ormai al proprio patrimonio costruito su frammenti passati.

 

La cultura d Parma, infine, comprende anche la grande vocazione gastronomica e alimentare, che vanta prodotti tipici conosciuti in tutto il mondo. Qualcuno, però ha pensato di condire con un ingrediente insolito i salumi, formaggi, funghi e tartufi pregiati prodotti nella Food Valley. La querelle più spinosa del territorio parmigiano ruota intorno all’inceneritore, che prova a partire per non perdere gli incentivi statali ma non ha ancora il certificato di agibilità. Inoltre non c’è traccia del “bosco mangiapolveri” che dovrebbe ridurre l’impatto ambientale e assorbire le polveri sottili. Una guerra di cavilli combattuta tra il Regio Decreto del 1934 e altri atti burocratici infiniti. Così Parma si ritrova in un limbo e dimentica che la qualità della vita urbana è il fondamento irrinunciabile tanto per lo sviluppo economico quanto per la crescita culturale.

 

Intanto, il 29 ottobre 2012, il Forum PI ha pubblicato “I City Rate”, la classifica delle città intelligenti italiane. L’idea di Città Intelligente alla base del rating è quella di una città inclusiva e competitiva. I capoluoghi di provincia italiani sono stati messi a confronto sulla base di circa cento indicatori riferiti alle dimensioni della governance della città, dell’economia, della mobilità, dell’ambiente, del capitale sociale e della qualità dei servizi che hanno poi permesso di arrivare alla classifica finale, dove Parma risulta al secondo posto nella classifica generale su 103 capoluoghi di provincia.(9)

 

Città intelligente o no? Difficile scegliere aggettivi quando in una situazione complessa le variabili sono troppe e si intersecano in modo molto confuso tra di loro. Quello che è certo è che sono presenti dei paradossi, superabili soltanto con una nuova visione delle cose e con un’attenzione approfondita verso il futuro che Parma si vuole dare: forse è arrivato il tempo di guardare con affettuosa lucidità al “nuovo” in tutti i sensi, culturale, artistico e soprattutto umano.

 

Note
(1) Edgar Morin, La testa ben fatta, Raffaello Cortina Editore, 2000
(2)http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/01/16/parma-arrestato-lex-sindaco-vignali-e-consigliere-regionale-villani/471048/
(3) Baciati dalla Fortuna, regia di Vincenzo Salemme, 2011
(4) Pessoa Fernando, Maschere e paradossi, Editore Passigli, 1997
(5) http://www.comune.parma.it/homepage.aspx
(6) Economia e cultura, David Throsby, Il Mulino, 2005
(7)http://parma.repubblica.it/cronaca/2013/04/10/news/al_regio_500mila_euro_dalla_camera_di_commercio-56361379/
(8) http://www.antworkproject.it/
(9)http://saperi.forumpa.it/sites/all/files/documents/file/ICity%20rate_rev.pdf